L’ufficio diventa calamita aperta per lavoratori, partner e clienti

Come ecosistemi formati da più attori e spazi di co-creazione rilanceranno produttività e motivazione

30.04.2021 | Articolo

«Gli uffici devono diventare dei magneti. Il lavoratore deve volerci andare perché e quando questo gli consente di svolgere meglio il suo compito. Ecco allora che gli spazi saranno aperti al lavoro comune con i partner e i clienti, in modo da creare un ecosistema dove sia possibile integrare diversi attori e creare team multiaziendali e multifunzionali che lavoreranno per soddisfare i bisogni dei clienti» - afferma Josef Nierling, Amministratore Delegato Porsche Consulting in Italia intervistato da Cristina Casadei de “Il Sole 24 Ore”.

L’obiettivo dei nuovi modelli organizzativi è predisporre le persone a fare la scelta più corretta in termini di produttività. Nella gestione delle risorse umane l’approccio funzionale sarà via via sostituito da un approccio project driven e dal lavoro in team crossfunzionali. I grandi uffici dovranno spacchettarsi di tante zone una per l’innovazione e la co-creazione, una per la trasformazione strategica e la collaborazione, una per la performance e la comunicazione, una per il lavoro individuale che richiede concentrazione e una per le relazioni personali e la convivialità. Gli spazi così concepiti potranno poi essere moltiplicati in uno stesso o in più building, consentendo di avvicinare i luoghi di lavoro al lavoratore come alternativa al remote working.

«Nell’orizzonte dei prossimi 3-5 anni, sul tema della produttività, già problematico prima della pandemia, tanto in Italia quanto in altri paesi, compresa la Germania, avremo l’occasione di un futuro roseo, in cui non potremo che guadagnare punti dopo il crollo di questi mesi – sostiene Nierling -. Dovremo però essere capaci di sfruttare questa finestra temporale di crescita per adattare le organizzazioni e creare nuovo valore aggiunto». «Il momento della pandemia – continua Nierling - ci ha permesso di accelerare sulla transizione digitale e di sperimentare nuove organizzazioni. Sul rapporto lavoro da remoto e lavoro in presenza molti si sbilanciano a dare percentuali, ma il focus non devono essere le percentuali. Oggi non serve fare previsioni di numeri, è un tentativo errato, semmai bisogna sperimentare nuovi modelli e capire cosa è meglio per ciascun ruolo. Ciò che stiamo imparando ancora oggi è che il valore vero del remote working è la flessibilità, in termini di luogo e di tempo».

L’articolo, che include le testimonianze di Siemens, SAP, Metro e Nestlè, è scaricabile al seguente link

28.04.2021 | Cristina Casadei | Il Sole 24 Ore

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