L'impatto del trend delle proteine vegetali sulle filiere alimentari del Made in Italy
Un’intervista di Giulio Busoni per Harvard Business Review Italia
19.07.2023 | Articolo
Le vendite di derivati della carne e del latte “tradizionali” valgono per l’Italia il 12% di tutto l’export agroalimentare, e le due filiere insieme impiegano quasi 400.000 persone. Guardando al futuro le industrie di questi settori dovranno integrare nella loro strategia un importante trend, quello dell’avanzata dei consumi dei prodotti a base proteica vegetale. Nel 2040 infatti solo il 20% del mercato globale sarà coperto da carne animale, quota sostituita dalla carne sintetica e da quella “plant-based”. Il latte vegetale (soia, avena, cocco etc) vedrà una crescita costante tra l’11% e il 14% annuo contro una crescita di solo 3% del latte tradizionale.
Molte aziende stanno già riconvertendo parte dalla produzione animale a quella vegetale con ottimi risultati: ad esempio, più della metà del fatturato complessivo di Rügenwalder Mühle, storico produttore di salsicce tedesco, è generato da alternative plant-based.
Questi prodotti hanno inoltre un minore impatto ambientale: producendo latte vegetale, ad esempio, si risparmia il 47% di CO2, la metà del terreno agricolo e almeno il 30% di acqua.
Nei prossimi 15 anni le filiere di carne e di latte subiranno un cambiamento radicale, soprattutto chi punta all’export per crescere. Come trasformarsi mantenendo la profittabilità? Come allineare la propria brand identity alla strategia?
Alcuni spunti interessanti in quest’intervista di Giulio Busoni.
Harvard Business Review Italia | Luglio 2023 | Marco Arvati